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Il corpo umano è composto principalmente da acqua. Appena nati, infatti, rappresenta il 75% del nostro peso, ma con l’avanzare dell’età questa percentuale diminuisce: negli adulti si aggira intorno al 55/60% e nell’anziano scende ulteriormente. Anche il sesso fa la differenza: sai, per esempio, che il corpo della donna, dall’adolescenza in poi, è più povero di acqua e contiene una maggiore percentuale di tessuto adiposo?
Nell’organismo umano l’acqua rappresenta un costituente essenziale per il mantenimento della vita, ed è anche quello presente in maggior quantità. Inoltre, la sua presenza entra nella struttura di varie sostanze e agisce da solvente per la maggior parte dei nutrienti (minerali, vitamine idrosolubili, aminoacidi, glucosio, ecc.), svolgendo un ruolo essenziale nella digestione, nell’assorbimento, nel trasporto e nell’utilizzazione degli stessi nutrienti. L’acqua è anche il mezzo attraverso il quale l’organismo elimina le scorie metaboliche, ed è indispensabile per la regolazione della temperatura corporea. Inoltre, l’acqua agisce come “lubrificante” e ha funzioni di ammortizzatore nelle articolazioni e nei tessuti, mantiene elastiche e compatte la pelle e le mucose (la cui funzionalità dipende da un giusto grado di idratazione) e garantisce la giusta consistenza del contenuto intestinale. Dato che in pratica non vi è alcun sistema all’interno dell’organismo che non dipenda direttamente dall’acqua, è facile intuire che mantenere un giusto equilibrio del nostro “bilancio idrico” è fondamentale per conservare un buono stato di salute.
Per capire quanto l’acqua sia essenziale per la nostra salute è sufficiente questo dato: basta una disidratazione di appena l’1% del peso corporeo per compromettere le nostre attività e le performance fisiche del nostro organismo. Man mano che la disidratazione peggiora e le nostre riserve d’acqua scarseggiano, possono comparire crampi, debolezza, irritabilità, fino ad arrivare, nei casi più gravi, al rischio di colpi di calore.
“Se non idratiamo sufficientemente il nostro corpo – conferma Luca Piretta, medico nutrizionista della SISA – rischiamo effetti collaterali anche gravi: secchezza della pelle e delle mucose, aumento della temperatura corporea, intossicazione di reni e fegato, rallentamento della funzione intestinale e, di conseguenza, dell’assimilazione dei nutrienti”.
Per questo è importante prestare attenzione al principale segnale d’allarme che il nostro corpo ci invia: il senso di sete, un regolatore che ci fa capire che è arrivato il momento di bere acqua.
Il meccanismo della sete ha però un tempo di risposta ritardato: spesso si attiva solo quando la perdita di acqua è già troppo seria oppure, nel caso degli anziani, funziona male. Ecco perché è importante bere regolarmente e a sufficienza senza aspettare di avere sete.
Come comportarsi:
1. Asseconda sempre il senso di sete e anzi tenta di anticiparlo, bevendo a sufficienza, mediamente 1,5-2 litri di acqua al giorno. Ricorda inoltre che i bambini sono maggiormente esposti a rischio di disidratazione rispetto agli adulti.
2. Bevi frequentemente e in piccole quantità. Bevi lentamente, soprattutto se l’acqua è fredda: infatti un brusco abbassamento della temperatura dello stomaco può creare le condizioni per pericolose congestioni.
3. L’equilibrio idrico deve essere mantenuto bevendo essenzialmente acqua. Ricorda che bevande diverse (come aranciate, bibite di tipo cola, succhi di frutta, caffè, tè) oltre a fornire acqua apportano anche altre sostanze che contengono calorie (ad esempio zuccheri semplici) o che sono farmacologicamente attive (ad esempio caffeina). Queste bevande vanno usate con moderazione.
4. È sbagliato evitare di bere per il timore di sudare eccessivamente (sudare è fondamentale per regolare la temperatura corporea) o di ingrassare (l’acqua non apporta calorie).
5. Durante e dopo l’attività fisica bevi per reintegrare prontamente e tempestivamente le perdite dovute alla sudorazione, ricorrendo prevalentemente all’acqua.
6. In determinate condizioni patologiche che provocano una maggiore perdita di acqua (ad esempio gli stati febbrili o ripetuti episodi di diarrea), l’acqua perduta deve essere reintegrata adeguatamente e tempestivamente.
[Grazie ai consigli di Melarossa e INRAN]